RICCI DI MARE: MISURE DRASTICHE IN SARDEGNA

RICCI DI MARE: MISURE DRASTICHE IN SARDEGNA

 

A novembre scorso la Regione Sardegna ha stabilito, per le proprie acque territoriali, il divieto di pesca, sbarco e commercializzazione di esemplari di ricci di mare e dei relativi prodotti derivati freschi.

La chiusura, “temporanea”, avrà la durata di ben tre anni e si pone come obiettivo finale il recupero e la ricostituzione della risorsa che sembra aver risentito in maniera importante della massiccia attività di prelievo degli ultimi anni. Durante il triennio sarà realizzato un piano di monitoraggio scientifico allo scopo di  valutare gli effetti della chiusura della pesca sullo stock dei ricci; gli operatori potranno dedicarsi ad altri tipi di prelievo, laddove chiaramente ne esistono le condizioni e saranno realizzate campagna di recupero ambientale attraverso la pulizia dei fondali . L’amministrazione ha anche stanziato risorse finanziare complessive per 2milioni e 800 mila euro da frazionare per ciascuna annualità di fermo.

” Dunque sin qui la pianificazione pluriennale non fa una piega: chiusura, compensazione economica, attività alternativa; peccato che, a parere dell’ Associazione che rappresento, il tutto risulta funzionare solo a livello teorico. Praticamente ci troviamo, per l’ennesima volta, di fronte a un provvedimento severo ed eccessivamente penalizzante per i pescatori. Parliamo di una risorsa, quale quella dei ricci, tra le più vulnerabili e sottoposta a uno stress da prelievo costante e inesorabile. Detto questo, la sospensione completa addirittura di tre anni ci sembra eccessiva: poteva bastare un fermo modulato  su base annuale, con l’adozione di specifiche strategie di gestione utili a mettere a punto una più adeguata ‘regolamentazione di prelievo’ capace di assicurare sostenibilità ambientale ma anche economica. La richiesta di ricci di mare dell’ isola sarà soddisfatta da prodotto proveniente dalla Puglia e dalla Sicilia, nonché dall’estero e dalla pesca di frodo. Le risorse destinate a risarcimento del mancato lavoro non solo sono completamente inadeguate ai mancati guadagni ma, stando ai rumors, stenteranno anche ad arrivare. Al fine di tutelare i nostri associati sardi, chiederemo a chi di competenza di rivedere il provvedimento adottato a fine Gennaio e di pensare a misure utili si alla risorsa ma meno drastiche per gli operatori”.  G. Scognamiglio, presidente nazionale UNCI Agroalimentare.

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